- Premessa e Città
- Bur Dubai
- Deira e deserto
- arte a dubai (lo faccio in altra sottopagina) (rientrerebbe nell’ambito culturale) (nell’ambtio del turismo culturae rienterrebbe anche l’expo non so se farci una sottopagina o dedicargli una pagina a parte)
PREMESSA
Abbiamo visto che ciò che caratterizza Dubai è un sensazionalismo esasperato. è questo il perno su cui si sono sviluppate le politiche turistiche della città emiratina. A fianco a ciò però si è cercato di andare incontro ad una tendenza sempre più crescente nell’ambito del turismo. Ovvero il il turismo culturale che incarna una richiesta da parte del mercato del turismo che si va consolidando e ampliando sempre più. Così Dubai si adegua a questa tendenza cercando di consolidare e ampliare la propria offerta “culturale” e “autentica”. Si può dire che ciò avviene sulle orme di quanto ha sviluppato fin dall’inizio Abu Dhabi. Si può ben dire che i due emirati sotto il profilo turistico si sono contaminati a vicenda. Dubai è entrato prima nell’ottica di rigenerarsi come meta turistica e lo ha fatto tramite il “sensazionalismo”, attraverso l’offerta di “shopping e lusso”. Dubai ha sfruttato per prima le potenzialità pubblicitarie che il cinema offriva, e in questo è stata poi seguita da Abu Dhabi. Quest’ultima invece è stata antesignana dell’area nel proporre un turismo che all’epoca era poco sfruttato dalla vicina Dubai. Abu Dhabi infatti è entrata in questa ottica turistica un pò dopo e vi è entrata cercando di sfruttare qualcosa poco proposto a Dubai, ovvero sfruttando quella tendenza di cui si diceva sopra, ovvero il turismo culturale ed in particolar modo d’arte (vedere Abu Dhabi- fare link).
Oggi viene messo in risalto il suo luogo storico. Nel mondo “si sa”, agli occidentali piacciono i “monumenti storici”. (Choay: differenza tra monumento e monumento storico) E quindi perché non sfruttare un segmento di mercato così richiesto? Dubai quindi ha cercato, soprattutto ultimamente, di mettere in risalto la sua storia, la sua cultura, in definitiva la sua “autenticità” (su questo discorso apriremo una parentesi parlando dell’offerta degli USA) e ha cercato di inserirsi in quel filone del turismo culturale e d’arte.
Cultura è parola che vuol dire tutto e non vuol dire nulla. Che si collega con tutto e per questo non si collega con nulla. Però una delle tendenze che vanno per la maggiore. Quando un turista visita un luogo tendenzialmente è alla ricerca dell’ “autenticità di quel luogo”, vuole godere di “quell’autenticità”. Ne parleremo in relazione dei nativi americani e forse anche per altri contesti. Qua quindi invece di concentrarci su cosa significhi “autentico”, su cosa sia l’ “autenticità”, ci concentreremo su ciò che si può vedere per scoprire ciò che nella percezione comune passa sotto l’egida di “autentico”. E ciò è imprescindibile da una presa di conoscenza dello sviluppo storico di quel luogo. La parte tangibile di una presa di conoscenza storica di un luogo, che in questo caso è la città di Dubai, passa necessariamente per il nucleo storico della città medesima. In tal senso l’autentica Dubai risiede nella sua più antica struttura fisica. Conoscendo essa ci si può addentrare nella tanto agognata (dai turisti occidentali) Dubai “autentica”. Quindi, domandona: come è fatta Dubai?
LA CITTA
La città di Dubai è particolare in quanto frutto di una singolare conformazione fisica. Dubai è stata scolpita da una sua stessa caratteristica fisico – geografica: il Creek. Ne abbiamo fatto riferimento più volte ma forse non ho mai specificato cosa sia esattamente. Chiedo venia e rimedio prontamente. Il Creek è un’insenatura d’acqua marina che si spinge all’interno della città per circa 9,5 miglia separando l’attuale città in due ambiti: Bur Dubai a ovest e Deira a est. Bur Dubai e Deitra insieme formano la città storica, ovvero la città prima del boom edilizio dovuto allo sfruttamento dei pozzi petroliferi. Non sono però due zone sorte i parallelo, tutt’altro. Bur Dubai era la zona sede dei primi insediamenti di Dubai, quindi la zona “storica” per eccellenza (immagine sotto)
Di fronte ad esso al di là del Creek troviamo Deira. Una zona abitata a poartire dal 1841 (in seguito ad una epidamia di vaiolo che spinse molti abitanti di Bur Dubai a spostarsi dall’altra parte del Creek) Il quartiere storico è Deira, è la parte in rosso sulla mappa sottostante.
AIzaSyB032xBskOMqPhOsmbSchmMAbCXVBfRpP0Questa che segue è una foto storica che rappresenta la città da ambo i lati del Creek (Il CREEK: una profonda insenatura naturale di acqua salata che divide la città di Dubai in Bur Dubai a est e Deira a ovest )
Per passare da una parte all’altra di questa parte storica di Dubai si deve attraversare il canale e già questo può dare l’impressione di scendere nella Dubai autentica visto che il canale è percorribile con il dhow, la tipica imbarcazione locale. Forse sarebbe meglio dire, la tipica imbarcazione di quest’area della costa arabica. Non è che per esempio a Doha le imbarcazioni tipiche siano diverse.
I turisti sono soddisfatti e toccano quella parvenza di autenticità così ricercata e bramata. Sarebbe anche possibile a bordo di queste piccole imbarcazionifare il giro della città e vedersela interamente da ogni angolatura che il Creek offre. è effettivamente un’esperienza insolita, equiparabile ad un turista che in gondola attraversa i canali di Venezia. Qesto specie di tour dura un paio d’ora.
Bur Dubai
Oggi viene messo in risalto il suo luogo storico. Nel mondo “si sa”, agli occidentali piacciono i “monumenti stiorici”. (Choay: differenza tra monumento e monumento storico) E quindi …
A Bur Dubai, quindi, siamo nella Dubai “autentica”, ma non tutta la zona è storicamente autentica alla stessa maniera. La zona più propriamente storica (e “autentica”) è Al Bastakiya: Al Bastakiya è una delle zone più antiche della città e qui ancora si conservano alcune case tradizionali. La zona trasporta i suoi visitatori nel passato, offrendogli un altro punto di vista sulla città. ( Dubai-united-arab-emirates-al-fahidi-historical-distric al fahidi è il vero e proprio distretto storico di dubai con le sue torri del vento e …) Non più sfavillanti e modernissimi grattacieli ma edifici più modesti e in linea con il mondo arabico così come è d’altronde “immaginato”. L’unico frammento della vecchia Dubai ancora in piedi è dunque lo storico quartiere di BASTAKIYA , con le sue strette viuzze e le tradizionali case con le torri del vento. Questo quartiere è oggi al centro di un grande progetto di valorizzazione (in linea con quanto richiesto dal mercato turistico …).
Al Fahidi Historical Neighbourhood (Arabic: حي الفهيدي التاريخي; also known as Al Bastakiya) is a historic district in Dubai, United Arab Emirates (UAE).
The construction of Al Fahidi Historical Neighbourhood dates back to the 1890s. In its prime, the locality was capable of supporting 60 housing units, most of which were separated by narrow, winding lanes. The town of Al Bastakiya was primarily built by immigrants from the city of Bastak, Persia who left their native homeland due to ongoing religious persecution, as well as tax breaks and incentives offered by the Emerati government.)
https://en.wikipedia.org/wiki/Al_Bastakiya
Lungo Bur Dubai troviamo il Diving Village e l’ Heritage Village
Heritage and Diving Villages dove sono state ricreate le abitudini di vita dei beduini e dei popoli della costa attraverso la ricostruzione delle loro tipiche abitazioni (barasti) e attività. All’ Heritage Village si possono vedere al lavoro vasai, tessitori e altri tipi di artigiani (ovviamente sono riproduzioni), mentre al Diving Village si può esplorare la storia dell’industria delle perle di Dubai. Qua vi offro delle immagini a partire dai rispettivi ingressi.
In questa zona storica troviamo il Museo di Dubai, museo ubicato in un edificio dell’inizio del XIX secolo. Viene proposto come un luogo perfetto per conoscere la storia, la cultura e le tradizioni di Dubai. D’altronde è stato istituito fin dal primo momento dell’indipendenza egli EAU. Il Museo di Dubai si tova all’interno della Fortezza Al Fahidi, un edificio difensivo costruito nel 1787 per proteggere Dubai dagli invasori. Al Fahidi è la costruzione più antica della città. ( https://www.scopridubai.it/museo-di-dubai )
Museo di Dubai si trova all’interno di Al Fahidi Fort, il più antico edificio ancora in piedi della città, (considerate che qua la roccia è rara quindi i mattoni in terra sono ed erano l’elemento costruttivo per eccellenza, solo che dopo un po’ di tempo ritornano ad essere terra. Per questo è ancor più difficile parlare di una Dubai autentica anche sotto il profilo urbanistico o materiale. È un museo che ha aperto i battenti proprio nell’anno dell’indipendenza degli EAU, nel 1971. Già la cornice ha un suo valore, il fort di Sl Fahidi, e qua viene sfruttata a pieno per rendere la vita nei tempi passati: in particolar modo vedere come vivevano e come pescavano i pescatori di perle ecc.
A Bur Dubai vicino al quartiere storico di Al Fahidi troviamo il nuovissimo Al Seef Creek, ovvero una zona che nelle intenzioni deve proporre una cultura autentica beduina attraverso una passeggiata per le sue stradine. Questa parte della città sul Creek (l’elemento storico e urbanistico per eccellenza di Dubai) deve (dovrebbe) trasportare il turista in una una specie di viaggio a ritroso nel tempo per assaporare la vera cultura di Dubai. Qua trovate la pagina che ve ne parla in maniera più approfondita: https://www.visitdubai.com/it/articles/al-seef-cultural-district . Per questo questa zona è vicina e contrapposta alle nuove e moderne strutture architettoniche che tanto caratterizzano l’attuale Dubai. Una contrapposizione atta a meglio assaporare il mutamento tra un prima e un dopo con il metterci i piedi.
IN FONDO A BUR DUBAI A Bur Dubai troviamo anche questa “attrazione”: il Centro per la Comprensione Culturale dello Sceicco Mohammed. Il turismo è grandioso, così come i primi mercanti. Io modifico chi mi vede e lui modifica me. Non credo ci si possa far nulla. È la versione turistica della legge di indicibilità. Non posso non modificare, parallelamente non posso non essere modificato. Memori di questo fatto Dubai in maniera assai lungimirante ha creato questa “attrazione”, e questa non ha esclusivamente una valenza turistica. Effettivamente nulla ha una valenza esclusivamente dedita ad un solo e univoco scopo. Ma qua mi sorprende più rispetto ad altri contesti. Anche nella maniera in cui lo pongono. Il motto che citano “porte aperte, menti aperte” ci possiamo aggiungere “porti aperti” (senza riferimento alla politica sull’immagrazione o altre cose che qua non centrano nulla) Porti aperti pensando a Venezia (io insegno là vicino), pensando a qualsiasi città di mare che si è arricchita e in quel dato momento è stata particolarmente aperta (più di quanto una città di mare lo è e lo deve essere- ce l’ha nel genoma). Aperture che non sono gratuite. Chiedete agli abitanti di Amsterdam dal ‘600 in poi proprio quando Amsterdam plasmava la geografia mondiale. Ad ogni modo: https://www.visitdubai.com/it/pois/smccu . Ve lo cito per intero quello e come ve lo propongono, a me sembra estremamente interessante sotto molti punti di vista, fate voi le vostre considerazioni
Ampliate la vostra sensibilità culturale
https://www.visitdubai.com/it/pois/smccu
Approfondite la cultura e le tradizioni di Dubai allo Sheikh Mohammed Centre for Cultural Understanding (SMCCU).
Inaugurato nel 1998, questo centro facilita la comprensione della cultura e delle tradizioni degli EAU a tutti i visitatori.
Il Centro invita a partecipare a tutto il programma di attività, comprese numerose classi di lingua araba, tour tradizionali e visite guidate di moschee.
La location di per sé merita una visita: si tratta, infatti, di una bellissima torre del vento restaurata che sorge nel quartiere storico di Al Fahidi.
Fra le numerose attività proposte dal SMCCU citiamo i pasti tradizionali emiratini (colazione, pranzo o cena), una scelta molto apprezzata dai visitatori. Accomodatevi nei tappeti e nei cuscini in stile beduino gustando la selezione di piatti mentre il vostro padrone di casa risponderà alle domande sulla vita dell’emirato.
Sulla scia del motto “porte aperte, menti aperte”, tutte le domande sono ben accette e riceveranno una risposta adeguata, indipendentemente dalla delicatezza dell’argomento.
Assicuratevi di prenotare con anticipo.
Sheikh Saeed al-Maktoum House, ex dimora della casa reale costruita nel 1896.
Oggi ospita una collezione di fotografie sulla storia dell’Emirato e la Grande Moschea con un minareto di 70 m.
E poi passiamo a Deira
Deira è anche forse la zona più economica di Dubai. Gli hotel più economici sono di queste parti. È anche la zona più frequentata dai lavoratori pakistani e indiani e questo la dice lunga sul fatto che può essere anche una zona in cui spender meno. Allo stesso tempo, o forse proprio per questo e come premessa a ciò, a Deira troviamo i grandi suq. Qualsiasi luogo arabo che frequenterete sarà caratterizzato, almeno per noi occidentali questo è una caratteristica distintiva, dai famosi mercati arabi, i cosiddetti suq. Si riconoscono anche solo dall’odore di spezie che pervade tutto. sono un incontro di odori e colori che ti rimangono impressi nella memoria. d’altronde anche a livello neuronale gli odori sono assai importanti per fissare i ricordi, piacevoli o spiacevoli. e spesso ciò va in parallelo con le esperienze. è difficile avere dei bellissimi ricordi in un luogo che puzza. scene romantiche in uan discarica se ne vedono poche. i ricordi dipendono dal cervello e il cervello funziona e fissa (e memorizza i ricordi cotalogandoli o facendolceli viver epiù o meno piacevolmente anche a seconda della gradevolezza degli odori. è anche vero che gli odori che ci piacciono dipendono molto dalle nostre esperienze, soprattutto da quelle avute da bambini. ciononostante avere dei bei ricordi in un luogo che puzza (per noi) risulta difficile per il cervello.gli odori fanno da sfondo ai nostri ricordi, si aprla di memoria olfattiva. un odore così ci richiama alla mente determinate esperienze o luoghi, o entrambi. I suq in questo ambito sono clamorosamente “di richiamo” per la nostra memoria. I loro odori sono forti. questo perché i suq arabi sonos empre stati ricchi di spezie, al contrario di qei mercati europei, visto i flussi di emrcanti e la vicinanza che legava l’oriente con il mondo arabo. ciò li ha resi caratteristici, soprattutto per noi occiendetali.
A Dubai e a deira di suq se ne trovano molti e rientrano perfettamente nello stereotipo.
I suq (scriveteli come volete: suk, suq, souk ecc. basta che ci capiamo) sono per una città basata sul comemrcio come Dubai la vera essenza. Assieme ovviamente al deserto. Ci sono molti suq a Deira, ma i principali sono indubbiamente quello delle spezie e quello dell’oro. Il suq delle spezie è per i sopra detti motivi, e per altri ovvi, conosciuto anche come “Suq antico di Deira”. Questo, ovviamente perché, il suq delle spezie è il “suq più antico di Dubai” (così almeno riporta qua: https://www.scopridubai.it/suq-spezie ). Il suq delle spezie in verità è anche il suq dove poter trovare tessuti, varietà di tè, incensi vari e tappeti. Cose per la casa in generale. Tutto tipico dei mercati arabi e centro-orientali. Inoltre va anche aggiunto che attualmente questo suq non è a solo ed esclusivo appannaggio delle spezie e cose attinenti. Il turismo (ma anche il benessere interno) ha fatto aprire anche tutta una serie di attività commerciali ben distanti dal mondo delle spezie.
L’altro importante suq, forse il principale, è quello dell’oro. In questo souk (ogni tanto lo scrivo diverso epr disorientarvi … ma è la stessa cosa!) ci sono tra le 300 e le 400 gioiellerie (trovo dati discordanti am sempre all’interno di questo range), e ciò ha fatto sì che questo suq (!!) ha dato l’epiteto di Dubai: Dubai la città dell’oro. D’altronde se Dubai ha puntato sul lusso, l’oro in quanto suoa icona doveva brillare dappertutto. Lo sfoggio è luccicante. A volte direi anche inbarazzantemente luccicante. Le vetrine, è un suq ma la maggiorparte ovviamente sono negozi non banchetti come epr le spezie e altri suq, le vetrine sono un muro di giallo che solo guardando con attenzione vediamo che non è granitico ma composto da più gioielli d’oro. Sto esagerando, ma nemmeno tanto. Lo sfoggio di oro rientra in quello sfarzo che l’opulenta Dubai tiene tanto a mostrare per stupire e attiurare.
Ci tengono ad associare Dubai all’oro, per questo “Dubai City of Gold” viene detto spesso e ovviamente prontamente riportato anche all’ingresso del suk dell’oro, come si vede in Fig. 4.3
DIcono (o meglio si dicono) che questo sia il mercato d’oro più grande e famoso al mondo. Più grande può darsi, sul più famoso chissà cosa ne pensano a Firenze sopra Pontevecchio dove un busto di Benvenuto Cellini guarda con altera serietà un numero di gioiellerie assai più modesto ma di ancestrali natali. Come sempre in queste cose il bello è che tutti hanno le loro ragioni epr definirsi o “i più importanti e famosi al mondo”, noi qua guardiamo e sentiamo le ragioni degli uni e degli altri. E sorridiamo del fatto che tutti hanno ragione. Anzi di ascoltare le ragioni degli uni e degli altri non facciamo in tempo perché oltre ai suq voglio aprlarvi brevemente di un’altra attrazione turistica di Deira, ovvero l’ Heritage House. è una casa vera e propria, una casa privata di un vecchio commerciante di perle che solo successivamente è stata trasformata in museo. La scelta ideale per una città che si basava proprio sulla pesca e vendita di perle. L’edificio non è poi così antico, come nulla a dubai se non la sabbia e l’acqua dl mare. Risale alla fine del XIX secolo e solo nel 1910 fu acquistato da questo emrcante di perle, tal Sheikh Ahmed bin Dalmouk . Non fu l’ultimo proprietario ovviamnete, la casa passò di mano in mano fino a quando nel 1994 fu acquistata dal governo di Dubai che volle restaurla per farci un museo sul cultura “autentico” di Dubai. è una casa vera e propria in perfetto stile arabico, di garndi dimensioni se volete (intorno ai 950 mq) ma pur sempre una normale casa adibita a museo proprio per vedere la vita di Dubai prima dell’esplosione petrolifera. Si attravresano quindi le nromali stanze di una casa, e si può prendere anche il tè come impone la proverbiale ospitalità araba. In tutti gli ambiti desertici l’ospitalità è quasi ben più di un obbligo morale (forse in tutti gli ambiti dove la popolazione è scarsa e le conizioni climatiche sono avverse, lo è infatti anche nella scandinavia vichinga). E in questo ambito (ma non credo che sia voluto) la visita è sempr caldeggiata perché è addirittura gratuita. Tutte le atrazioni che parlano dell’autenticità e della cultura di Dubai sono a basso costo proprio per invogliare i turisti a prenderne parte, a esserne contaminati (lo trovo sinceramente una bella cosa, anche eprché la contaminazione c’è sempre, volenti o nolentoi, quindi meglio una contaminazione siffatat… anche se i mall rimangono incommensurabilmente più visitati rispetto a questa Heritage House).
se però si vuole vedere la Dubai autentica, non si può prescidnere dalla sabbia del deserto. Nessuno e niente può raccontare la storia di Dubai e farcela vivere come la sabbia delle dune del deserto arabico. Si consideri che le popolazioni dell’area erano nomadiche, il loro rapporto con la sabbia del deserto non era quotidiano ma era parte essenziale di loro. Ma anche la stessa città si erge sulle sabbie del deserto. Ogni foto storica, coem quelle che vi ho fatto vedere, mostra come Dubai sorgeva sulla sabbia intorno al Creek. La sabbia parla.
Al netto di deformazioni kitch un’escursione sul deserto è a parere mio imprescindibile per assaporare non tanto la “vera Dubai” ma la vera “Arabia” di cui Dubai fa parte in tutto e per tutto. Così il safari nel deserto è esperienza vera di Dubai. chi noleggia un 4×4 deve stare anche attento. il deserto non è ne così pacifico come sembra né così privo di ostacili o tarppole per un “esploratore” moderno dotato di tutto l’occorrente. Per esempio è facile che turisti sentendosi sicuro e accellerando un pò si capovolgano nel deserto. è una questione/problematica tipico anche di paesi limitrifofi che si affacciano sul turismo, come in Qatar. Ad ogni modo qui avete una serie di proposte di safari https://www.desertsafaridubai.co/index.php?gclid=EAIaIQobChMIvaeg39SY5AIVwuF3Ch0xWg87EAAYBCAAEgJEjfD_BwE . non è che ovviamente voglia far pubblicità a questo sito, ma è interessante vedere che tipi di proposteci sono perché in vase a quelle si desumono i target.
Ovviamente nel deserto ci sono anche dei campi attrezzati per far passare la notte ai turisti.
E ultimamente va molto di modo il “sandboarding”: Il sandboarding è definito come uno sport ma in verità è più che altro un’attività turistico-ricreativa di recente sviluppo. è simile al più famoso snowboard, solo che ovviamente come dice il nome stesso è praticato sulle dune di sabbia.